Fondazione Benetton Studi Ricerche e Fondazione Imago Mundi | TREVISO CONTEMPORANEA

Fondazione Benetton Studi Ricerche e Fondazione Imago Mundi

Fondazione Benetton Studi Ricerche e Fondazione Imago Mundi

presentano

 

TREVISO CONTEMPORANEA

Tre mostre in tre diversi luoghi della città di Treviso

Treviso 

5 febbraio  – 19 maggio 2022

Fondazione Benetton Studi Ricerche e Fondazione Imago Mundi presentano “Treviso Contemporanea”, nuova piattaforma di azione in ambito contemporaneo che vede unite nel segno di una progettualità coerente le due fondazioni per un’indagine sul tempo presente che coniuga passato e futuro. “Treviso Contemporanea” prende vita a partire da un triplice appuntamento espositivo che aprirà le porte al pubblico sabato 5 febbraio 2022 dipanandosi nel cuore della città di Treviso sino a domenica 29 maggio 2022. Frutto di una stretta collaborazione tra le due istituzioni, le tre mostre saranno allestite in altrettante sedi nel cuore della città – Ca’ Scarpa, la chiesa di San Teonisto e le Gallerie delle Prigioni – e agiranno, ciascuna secondo la propria visione e cifra, all’insegna di un tema comune, quello della necessità attualissima di “mappare il mondo” nella percezione storica e contemporanea, dalle forme tradizionali della lettura cartografica dello spazio terrestre alla trascrizione artistica nel rapporto che intercorre tra esperienza e rappresentazione, fino al lavoro di artisti e comunità provenienti dal mondo dell’arte aborigena australiana.

“Mind the Map!”, organizzata dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche, “Terra Incognita” e “Atlante Temporaneo”, organizzate da Fondazione Imago Mundi, sono i titoli di un itinerario comune che invita a riflettere sull’immagine del mondo, facendo esperienza, nel muoversi da una sede all’altra, della mappa stessa della città.

LE MOSTRE

Mind the Map! Disegnare il mondo dall’XI al XXI secolo, a cura di Massimo Rossi e allestita a Ca’ Scarpa, considera i mappamondi di ogni epoca e provenienza come espressioni di convenzioni sociali che hanno imposto confini, decretato l’orientamento a sud, a nord, o a est, reificato i concetti astratti di potenza e dominio, rivendicato con veemenza il proprio posto nel mondo o veicolato intense emozioni di fragilità e bellezza. Dalle mappae mundi ospitate nei libri di preghiere del XIII secolo, alle straordinarie costruzioni cartografiche del mondo dei commerci oceanici, ai tappeti geografici contemporanei, alla mappa del mondo di Google, l’esposizione offre una riflessione sulle dinamiche di costruzione dell’immagine del mondo con la quale quotidianamente ci confrontiamo. “Mind the Map!” racconta l’audace tentativo intellettuale umano di disegnare lo spazio terrestre e di vederlo tutto insieme in un’unica rappresentazione grafica; invita a prestare attenzione alla mappa, a tutte le mappe, che spesso vengono utilizzate, a torto, come sostituti della realtà, con leggerezza e in modo irriflessivo. 

La collezione di arte aborigena australiana, parte della Luciano Benetton Collection, ha avviato un processo di ricerca volto a indagare la vita artistica, culturale e sociale degli artisti e delle comunità che formano il panorama dell’arte aborigena. Con la mostra Terra Incognita. Esplorazioni nell’arte aborigena, curata da D. Harding nella chiesa di San Teonisto, si offre agli occhi del visitatore una grande installazione composta da oltre ottanta tele dipinte, che crea un paesaggio vibrante di colori, da osservare dall’alto e da una certa distanza, come si conviene agli spazi sacri, e ai luoghi a cui ci si avvicina con rispetto. Un paesaggio composto da diverse esperienze ed espressioni, che non esclude nessuno, ma neppure nega la possibilità di auto-escludersi.
La collezione, come ciò che viene messo a fuoco da un telescopio, rende visibile al pubblico italiano una porzione della bellezza e della rilevanza del paesaggio culturale di cui fanno esperienza le comunità aborigene in tutta l’Australia. E invitando a esplorare anche i propri territori sociali e politici, fa comprendere che c’è ancora molto da conoscere.

Se si comprende il legame tra realtà e raffigurazione, così come esiste all’interno di un’opera d’arte, risulta chiaro che ciò che si percepisce come immediato è in realtà il rapporto tra esperienza e mezzo di rappresentazione. I quattordici artisti della mostra Atlante Temporaneo. Cartografie del sé nell’arte di oggi, a cura di Alfredo Cramerotti e realizzata nelle Gallerie delle Prigioni, attivano i loro sensi verso di sé, sviluppando il significato tradizionale di mappa lungo strade non convenzionali – quelle, appunto, del subconscio, del corpo, dei pensieri, delle memorie che interagiscono in ognuno di noi – e presentando un’idea di mappatura alternativa e complementare ai progetti presentati a Ca’ Scarpa e a San Teonisto. Gli artisti in mostra sono Oliver Laric, Jeremy Deller, Paul Maheke, Matt Mullican, James Lewis, Kiki Smith, Walid Raad, Ibrahim Mahama, Otobong Nkanga, Rochelle Goldberg, Seymour Chwast, Enam Gbewonyo, Sanford Biggers e Sarah Entwistle.

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