Il progetto espositivo Rodamoinho dell’artista brasiliana Marina Rheingantz (Araraquara, San Paolo) presentato da Fondazione ICA Milano e a cura di Alberto Salvadori, riunisce un gruppo di lavori recenti che ampliano il suo dialogo tra pittura e tessitura, tra astrazione e sedimentazione del ricordo.
Nei suoi dipinti Marina Rheingantz si esprime attraverso il colore e la gestualità, lasciando emergere dalla superficie della tela spazi e atmosfere mutevoli. Spesse macchie di pittura a olio appaiono con la loro fisicità come l’ordito delle superfici dei tessuti e la trama di un paesaggio. Sin dagli esordi nel 2005, l’artista spoglia le sue composizioni di ogni traccia figurativa, conservando unicamente come struttura portante di orizzonti astratti e profondità immaginate la superficie della tela.
Le pitture astratte di Marina Rheingantz affidano al colore e al gesto il racconto di luoghi della memoria, che appartengono alla biografia dell’artista ma che depositati come macchie e linee sul quadro diventano immagini universali, mondi da immaginare e vivere da tutti.
Il titolo, Rodamoinho (che in italiano significa vortice, turbine), esprime la forte attrazione e l’agitazione emotiva incontrollabile che provocano le opere dell’artista in chi le osserva. Racconta Alberto Salvadori, curatore della mostra: «I dipinti di Marina Rheingantz sono da vedere e leggere come un qualcosa sempre in trasformazione, un ecosistema da scoprire; il divenire che appare e scompare. Le sue tele sono, nella loro grande e forte capacità seduttiva, palinsesti di emozioni e colori celati da molteplici superfici, costruiti segretamente e capaci di rivelare epifanie».