29 Marzo 2026 -
22 Novembre 2026
Punta della Dogana
Venezia

Algebra è la grande mostra personale dell’artista brasiliano Paulo Nazareth al piano superiore di Punta della Dogana

La Pinault Collection presenta Algebra, una grande mostra personale dell’artista brasiliano Paulo Nazareth al piano superiore di Punta della Dogana. Il progetto espositivo nasce a partire dell’ampia presenza delle opere di Nazareth nella Pinault Collection e include un nucleo di opere inedite, riunendo oltre vent’anni di pratica artistica e trasformando lo spazio espositivo dell’ex dogana.

La mostra a cura di Fernanda Brenner, curatrice indipendente, trae il suo titolo, Algebra, dall’arabo al-jabr, il rimettere insieme le ossa rotte, evocando l’essenza dell’algebra come arte del risolvere gli incogniti e ricomporre ciò che è stato fratturato. Per Paulo Nazareth, questo diventa una metodologia per affrontare le fratture irrisolte della storia attraverso camminate epiche nelle Americhe, nei Caraibi e nel continente africano. La sua pratica del camminare svela la violenza strutturale — razziale e coloniale — che ha modellato i confini contemporanei, proponendo forme di conoscenza radicate nella relazione invece che nell’estrazione, nella saggezza ancestrale invece che nella mappatura coloniale.

Una spessa linea di sale attraversa ogni sala, segnando una soglia tra ciò che è visibile e ciò che resta sommerso. Per i visitatori più attenti, questa linea rivela lentamente la geometria di una nave fantasma — un tumbeiro, il termine portoghese per le navi negriere che attraversavano l’Atlantico. La sua architettura della sofferenza riaffiora in frammenti all’interno delle stanze, una presenza spettrale che sottende l’intera mostra. Il sale funziona sia come metafora sia come agente materiale: guarisce, corrode, si accumula.

La mostra non presenta né un approccio cronologico né tematico, ma stazioni in un continuum, una distillazione lungo il percorso espositivo di una performance arte-vita in corso. Centrale tra queste è Notícias de América della Pinault Collection, che condensa i dieci mesi di cammino di Nazareth dal Brasile a New York. Fotografie, testi e Havaianas consumate tracciano momenti in cui identità e confini si scontrano, offrendo una testimonianza diretta della migrazione come esperienza vissuta e come finzione costruita. Quando fu invitato alla Biennale di Venezia del 2013, Nazareth creò un evento parallelo a Veneza, nello stato di Minas Gerais: una piccola città brasiliana che condivide il nome con la capitale marittima italiana. Per questa mostra, attiva nuovamente entrambi i siti in simultanea, creando un dialogo tra emisferi: la città galleggiante costruita sul commercio incontra la sua omonima senza sbocco sul mare nell’interno brasiliano. Due geografie, una pratica. Occupando un edificio dove le merci venivano contate, tassate e registrate in registri meticolosi — Algebra chiede cosa quei sistemi contabili si rifiutassero di registrare. Nel divario tra misurazione e cancellazione, la mostra di Nazareth risolve per l’innominato, occupandosi di ciò che persiste oltre la documentazione, delle equazioni che i documenti ufficiali non riuscivano a contenere.

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