MUSE – Museo delle Scienze di Trento | LAURA PUGNO. OVER TIME

MUSE, Museo delle Scienze di Trento

MUSE – Museo delle Scienze di Trento

presenta

 

LAURA PUGNO.

OVER TIME

A cura di Andrea Lerda

 

9 luglio – 26 settembre 2021

Corso del Lavoro e della Scienza 3, Trento

   

Il MUSE – Museo delle Scienze di Trento presenta dal 10 luglio al 26 settembre 2021, nella storica sede espositiva di Palazzo delle Albere, Over Time, la videoinstallazione a tre canali esito del progetto di Laura Pugno sviluppato e prodotto da a.titolo e curato da Andrea Lerda. Il progetto è nella rosa dei 12 vincitori della IX edizione di Italian Council, programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

L’esposizione di Trento dà avvio a un intendo programma di promozione del progetto, che prevede 3 mostre, 9 proiezioni, 5 talk e 4 panel con esperti di varie discipline in Italia e all’estero, al termine del quale l’opera tornerà al MUSE, dove entrerà a far parte della collezione permanente.

Over Time esplora secondo nuove prospettive il rapporto tra essere umano e ambiente naturale da sempre al centro della ricerca di Laura Pugno, attraverso lo sguardo sulla neve, materia insieme potente e vulnerabile, che condiziona climi, sistemi di vita ed economie. L’opera sviluppa l’indagine intrapresa dall’artista nel 2018 e condotta nei diversi linguaggi del disegno, scultura, fotografia, installazione e in un ciclo di opere su carta dedicate a Wilson Bentley, fotografo che a fine Ottocento immortalò per primo i fiocchi di neve, restituendo in immagine il fascino esercitato dall’unicità di quei “minuscoli miracoli di bellezza” che piovono dal cielo. Risorsa per le economie di montagna, terreno di imprese sportive, fonte di immaginari edulcorati ma anche sublimi e tragici, capace in forma di ghiaccio di immobilizzare la vita per milioni di anni e come acqua di essere fonte indispensabile per la sopravvivenza di tutte le specie viventi, la neve rischia di scomparire a causa dei cambiamenti climatici e dell’azione antropica. Over Time esplora, aggiornandole, le ragioni del nostro legame affettivo e del nostro bisogno di vivere, studiare e ricreare la neve nell’era dell’Antropocene.

Il titolo, Over Time, gioca sulla nozione di tempo, quello contingente dello stato fisico transitorio della neve e quello geologico della formazione dei ghiacciai, in relazione all’urgenza di agire per contrastare gli effetti del riscaldamento globale. Lo sguardo critico, che porta lo spettatore a confrontarsi con il concetto di fallimento – di game over – si intreccia con una narrazione dai toni più rassicuranti, nella quale il tempo è uno spazio in divenire, l’esito di una possibile relazione empatica tra la specie umana e il pianeta che essa coabita.

Over Time porta il pubblico a esplorare i costrutti culturali e antropologici che hanno prodotto la crisi ecologica attuale e a osservare, attraverso gli occhi della scienza e dell’industria, l’evoluzione nella relazione tra naturale e artificiale. In questo senso, l’opera è un racconto multifocale che ruota attorno al tempo meteorologico e alle sfide che l’umanità è chiamata a fronteggiare in un’epoca caratterizzata dal surriscaldamento globale, dalla scomparsa dei ghiacciai e da una crescente carenza idrica a livello globale.

Nel corso della narrazione, l’approccio scientifico alla ricerca sulle dinamiche di cambiamento della neve e del ghiaccio si apre a uno sguardo mediato dall’empatia verso un mondo fragile e silente interrogandoci su quale possa e debba essere il tempo che ci attende, secondo la visione di una nuova ecophilia con il mondo, fondata su una rinnovata sensibilità al concetto di cura. Over Time si inserisce infatti nell’ ampio movimento che a livello globale vede l’arte protagonista in un processo di rinnovamento del pensiero, nella consapevolezza che nuove forme di coesistenza empatiche con gli ecosistemi naturali devono essere immaginate e che una nuova visione ecocentrica debba necessariamente sostituirsi a quella antropocentrica.

Il progetto è realizzato con la collaborazione del DISAFA, Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università degli Studi di Torino, del MUSE – Museo delle Scienze di Trento e di altre otto istituzioni artistiche, italiane ed estere, che ne ospiteranno gli appuntamenti a partire dall’estate 2021, con l’intenzione di raccogliere una molteplicità di voci e sguardi, dando forma a un dialogo transdisciplinare che riflette l’impostazione del progetto: la Fondazione Zegna a Trivero, Cittadellarte Fondazione Pistoletto a Biella, l’Università degli Studi di Torino-DISAFA, l’Associazione Culturale AGIVERONA con l’Università di Verona, le OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino nell’ambito del public program curato dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT e all’estero il Musée Gassendi / CAIRN Centre d’Art di Digne-les-Bains (Francia), le istituzioni non profit A Tale of a Tub a Rotterdam (Paesi Bassi), SÜDPOL, Lucerna (Svizzera) e il Centre d’Art Contemporain di Ginevra (Svizzera).

In occasione del progetto sarà pubblicato un volume edito da VIAINDUSTRIAE.

Durante l’inaugurazione di venerdì 9 luglio, si terrà un talk di presentazione nel parco del MUSE al quale parteciperanno Michele Lanzingher, Direttore del MUSE; Laura Pugno, artista; Francesca Comisso, curatrice di a.titolo; Andrea Lerda, curatore; Michele Freppaz, nivologo e pedologo dell’Università di Torino; Christian Casarotto, nivologo e ricercatore del MUSE.

I video

Over Time si compone di tre video proiettati in simultanea.

Il primo video è girato a 2.901 di altitudine, nei pressi dell’Istituto intitolato ad Angelo Mosso, il medico, fisiologo e archeologo italiano (1846- 1910), che per primo studiò la resistenza del corpo umano ad alta quota e in condizioni sfavorevoli, situato sul Passo dei Salati, nel gruppo montano del Monte Rosa tra Piemonte e Valle d’Aosta. Protagonista è il docente Michele Freppaz, nivologo dell’Università degli Studi di Torino, impegnato in una serie di analisi scientifiche sulla neve. Il video documenta le indagini che lo studioso effettua ogni anno nel periodo invernale, con lo scopo di registrare e valutare le caratteristiche qualitative e quantitative del manto nevoso. In questo racconto, viene meno l’immaginario convenzionale della scienza che osserva e studia il mondo naturale attraverso uno sguardo analitico e distaccato. L’approccio all’indagine, mediato dal ricorso alla componente sensoriale ed esperienziale, presenta la figura dello scienziato sotto una luce inedita, lasciando trasparire un forte senso di partecipazione personale ed emotiva. Il risveglio emotivo della scienza riattiva passioni primordiali che sono in grado di riconfigurare potenzialità ed equilibri nel rapporto con la natura, al di fuori delle logiche di potere e sfruttamento.

Il secondo video è ambientato all’interno di un’azienda di aerosol che produce neve spray nei pressi di Cremona. Le immagini documentano il processo di realizzazione di un prodotto il cui scopo è ricreare artificialmente ricordi, sensazioni ed emozioni legate ai paesaggi innevati, destinati soprattutto all’industria del Natale e alla produzione di immaginari stereotipati di luoghi e tradizioni. Si tratta di una visione che allude al fenomeno della scomparsa della neve lasciando presagire un futuro distopico nel quale ciò che resta è il metallo del contenitore spray che della neve conserva il candido simulacro.

Il terzo video è realizzato nei boschi dell’Oasi Zegna, un’area naturalistica protetta di oltre 100 kmq nelle Alpi Biellesi a nord del Piemonte, che nasce dalla massiccia opera di “rinaturazione” promossa negli anni trenta dall’industriale laniero Ermenegildo Zegna a beneficio della comunità locale e degli amanti della montagna. In questo scampolo di natura “ricreata”, la camera inquadra una figura umana che cammina all’interno di un paesaggio innevato portando sulle spalle un busto in gesso. Lo spettatore segue le orme della figura, apparentemente senza meta, il cui passaggio ha il sapore di un commiato con la neve, o forse di un’esperienza di rigenerazione: un nuovo viaggio, un nuovo tempo.

Le musiche di Over Time sono state composte e prodotte dalla sound artist zurighese Magda Drodz.

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